Lezioni di piano (una divagazione domenicale)
Uno degli aspetti insidiosi del trading è che non esiste un percorso formativo preciso, univoco, delineato. Esistono decine di corsi, libri, video, contenuti online, attraverso i quali ognuno si ritaglia il proprio percorso di formazione e apprendimento individuale. Tra l’altro, si possono trovare molte risorse anche gratuitamente online, non solo su questo sito ma anche su quelli di altri esperti, sui social o su YouTube.
Ma c’è un’ombra insidiosa che aleggia sulla formazione, e cioè l’equivoco tra insegnare a fare trading e insegnare a guadagnare soldi. Non è la stessa cosa. La prima si può insegnare, la seconda un po’ meno. Ed è un equivoco che aleggia su tutti i formatori, lo dico per esperienza diretta dato che ho tenuto diversi corsi, sia online che dal vivo.
Immaginate di prendere lezioni di piano. L’insegnante vi può insegnare la teoria della musica, come leggere uno spartito, tutta la tecnica dello strumento, farvi fare esercizio con le scale e i solfeggi. Tutto qua.
Se invece volete diventare dei virtuosi e tenere concerti, oppure comporre canzoni e sinfonie, quello dipende da un talento e da una ispirazione individuale che non si possono insegnare né trasmettere. Nemmeno per emulazione o imitazione.
Vi faccio un esempio più pratico, restando in ambito trading. Se io spiego a 10 persone una strategia daily chiara e semplice, e chiedo loro di farmi la simulazione di questa strategia su un foglio Excel con lo storico daily degli ultimi 3 mesi, mi aspetto di ricevere alla fine della simulazione 10 risultati uguali. Se così non fosse, vuol dire che non ho spiegato bene la strategia, oppure che ci sono dei margini di discrezionalità.
Ma se chiedo alle stesse 10 persone di operare con la stessa strategia su un conto real per 3 mesi, mettendo 10.000€ di tasca propria, state pur certi che alla fine del periodo ci saranno 10 risultati differenti, tanti quanti sono gli individui, perché l’operatività reale è condizionata dalla nostra personalità, a livello di emozioni e convinzioni.
Ho smesso da tempo di chiedermi se e quanto guadagna un formatore o un coach, tanto so per certo che i miei risultati e i suoi, anche a parità di metodo, saranno sempre differenti. Piuttosto, cerco di concentrarmi sugli aspetti di disciplina, equilibrio, atteggiamento mentale, che possono fare la differenza tra gain e loss sul mio conto.
Non sto dicendo che l’analisi tecnica o la formazione siano superflue, anzi sono necessarie e imprescindibili. Ma non sono sufficienti. La differenza è un quid individuale, che non è scritto nei libri ma dentro di noi, e purtroppo è scritto in una lingua molto difficile da comprendere.