-
Pingback: Si può vivere di trading? 4 risorse per il successo
La leva finanziaria: se la conosci, non ti uccide
In questo articolo spieghiamo alcuni aspetti fondamentali legati al concetto di leva finanziaria, che riveste un ruolo di primaria importanza nella gestione del capitale e del rischio collegato al trading online.
Innanzitutto, occorre fare una netta distinzione tra due concetti apparentemente simili ma molto diversi tra loro: la leva conto e la leva operativa. Si crea spesso molta confusione tra questi due concetti, con conseguenze catastrofiche sulla gestione del capitale. Spieghiamo quindi la differenza, con un semplice esempio.
Supponiamo di avere un conto trading con un capitale disponibile di 10.000€ e di aprire una posizione di un lotto sul cambio EURUSD, cioè una size di 1,0 che ha un valore nominale di 100.000€. E supponiamo di simulare questa operazione con differenti broker, che offrono una diversa leva operativa: 50, 200 oppure 400.
La leva conto si calcola come il rapporto tra il controvalore della posizione e la liquidità disponibile sul conto. In questo caso è pari a 10, ovvero i 100.000€ della posizione diviso i 10.000€ della liquidità disponibile. La possiamo anche chiamare leva reale, perché è il reale rapporto tra il capitale disponibile e il capitale mosso sul mercato. Oppure possiamo usare il termine rapporto di esposizione.
La leva operativa invece è un concetto del tutto differente, che indica il rapporto tra il controvalore e il margine richiesto dal broker. Solitamente, quando si parla di leva finanziaria si fa riferimento proprio alla leva operativa applicata dal broker.
Se utilizziamo un broker con leva 1:400, vuol dire che il broker impegnerà 1/400 del valore nominale (cioè 250€) come margine per consentirci di aprire l’operazione. Se invece la leva del broker è 200, cioè la metà, il margine raddoppia e diventa 500€, e così via in caso di leva 100 oppure 50. Chiaramente, il margine non viene effettivamente prelevato, ma semplicemente impegnato a livello contabile. Viene quindi ridotto il margine residuo disponibile per aprire altre posizioni.
La prima cosa da sottolineare è che la dimensione dell’operazione sul mercato è sempre la stessa, cioè 1 lotto ovvero 100.000€. Non ha importanza se la leva applicata sia 100, 200 oppure 400, il nostro trade avrà sempre lo stesso valore sul mercato. E quindi i nostri profitti e perdite per ogni movimento di prezzo, saranno gli stessi in tutti i casi.
La seconda cosa da sottolineare è che il rischio dell’operazione non è legato alla leva operativa, ma alla leva reale. Se il mercato si muove di +/-0,5%, le ripercussioni sul capitale del conto trading saranno moltiplicate di un fattore pari alla leva reale, cioè nell’esempio un fattore 10, quindi avrò una variazione (potenziale) di +/- 5%.
Qui si nascondono le insidie del trading, perché per ottenere performance significative in termini di valore assoluto ci sono solo due strade. O si opera con grandi capitali e leve basse, o si opera con modesti capitali e leve elevate.
Diciamo subito come stanno le cose: chi opera con leva bassa ha molte probabilità di sopravvivere a lungo sui mercati, mentre chi utilizza leva alta vedrà inevitabilmente polverizzato il saldo del suo conto in breve tempo.
A questo punto è lecito domandarsi: qual è il valore ideale della leva reale, che sia sostenibile nel lungo periodo?
Difficile dare una risposta assoluta, ma un buon consiglio è usare una leva a una cifra, cioè inferiore a 10. L’ideale sarebbe lavorare senza leva (cioè leva 1) ma va bene anche un coefficiente inferiore a 5. Operare con leve superiori a 10 vuol dire esporsi al rischio di perdite non recuperabili.
Per il momento basti prendere come riferimento la regola aurea: lavorare sempre con leva reale (leva conto) inferiore a 10.
Avvertenza: in caso di più operazioni aperte sullo stesso conto, la leva conto si calcola considerando la somma delle operazioni aperte simultaneamente, cioè come totale.